Museo Archeologico di Castro

"Antonio Lazzari"

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Riapre il Museo Archeologico di Castro

mercoledì 27 luglio 2016

Riapre dopo una completa ristrutturazione il nuovo Museo Archeologico di Castro. L’allestimento curato da numerosi esperti sotto la supervisione della Soprintendenza di Taranto si sviluppa ormai su tutto lo spazio interno del Castello aragonese per quasi 400 mq.

Nato nel 2009 come piccolo museo civico per raccogliere i primi rinvenimenti di quegli anni in una piccola saletta intorno al famoso bronzetto della dea Athena ed alcune epigrafi messapiche, si è immediatamente rivelato inadeguato al notevole afflusso di reperti e scoperte delle numerose campagne di scavo intorno alla vecchia cinta muraria aragonese e sulle aree di primo insediamento dell’Età del Bronzo.

A partire dal 2013 il contenitore del Castello è stato oggetto di un nuovo progetto curato dall’Ing. Giuseppe Antonio RIZZO, con la previsione di un deciso allargamento degli spazi espositivi destinati a custodire le testimonianze di un passato sempre più ricco di collegamenti e riferimenti all’ampio patrimonio comune del Mediterraneo antico.

Nel 2015 gli scavi hanno portato alla luce il busto di una statua della dea Athena (altezza ricostruita metri 3,50) in pietra leccese, databile al IV secolo a.C., che può considerarsi la più grande statua di culto della Magna Grecia. Nella stessa campagna di scavi sono emersi anche i fregi con decorazioni vegetali di foglie e di fiori, probabilmente attribuibili ad artigiani tarantini dello stesso periodo che possono considerarsi i più antichi esempi di questo tipo di decorazione.

La statua di Athena era custodita all’interno di un tempio di cui sono stati trovati numerosi frammenti architettonici: parte del frontone, colonne, architravi e cornici. Tutti questi elementi permettono di stabilire in via definitiva che il tempio di Minerva descritto da Virgilio nel libro III dell’Eneide corrisponde al santuario di recente portato alla luce.

Il museo di Castro, sorto fin dall’inizio per la volontà delle ultime amministrazioni comunali di poter conservare sul posto ogni reperto rinvenuto nelle numerose campagne di scavo, è stato possibile grazie alla sensibilità e ai convincimento della Soprintendenza di Taranto nella persona del Dott. Luigi LA ROCCA e della dott.ssa Laura MASIELLO che si sono prodotti per l’ottenimento dei relativi nullaosta ministeriali.

Al suo interno è possibile conoscere, attraverso il lungo percorso di selezione, studio e restauro dei reperti il passato di una stratificazione che parte storicamente dall’età del Bronzo, attraversa le fasi classiche ed ellenistiche del periodo messapico, poi romane e ancora bizantine fino alle più evidenti tracce dei potenti signori Del Balzo o dei viceré spagnoli.

Un passato testimoniato anche da oggetti di uso più disparato raccolti proprio nelle sale del simbolo fortificato della dominazione spagnola.
La regia, l’allestimento e la scelta dei reperti è stata curata direttamente dal prof. Francesco D’ANDRIA nominato recentemente dall’Amministrazione Comunale guidata dal dott. Alfonso CAPRARO, direttore scientifico.

Il noto esperto e studioso di arte classica si è avvalso di numerosi esperti nel campo del restauro dei reperti, tra cui Patricia CAPRINO per lo studio e la selezione della numerosa ceramica medievale, Carla DE MAGLIO per i materiali ceramici più antichi, Mario CATANIA per l’impegnativo lavoro di pulizia e incollaggio della statuaria in pietra, Gianfranco MOSCATO e Piera BALBO per l’oggettistica della sezione messapica e Gemma RUSSO per i reperti provenienti dalle stazioni preistoriche di Zinzulusa e Romanelli. Oltre quaranta gli esperti impegnati complessivamente per fornire e allestire i contenuti scientifici partendo dai rilievi di campagna di Fabrizio GHIO, ai disegni originali di Fabiola MALINCONIO, alla ricerca in vari istituti e depositi dei vecchi reperti degli scavi Romanelli svolta da Salvatore BIANCO alla messa in mostra finale operata da Michele Andrea SASSO.

Ogni conoscenza è veicolata da supporto per i non vedenti curata da 3T Service di Alessandro NAPOLI con postazioni di lettura Braille e riproduzioni di oggettistica con modelli 3D tattili.

Il museo aprirà alla stampa e alla cittadinanza sabato 30 luglio alle ore 19,00 con alcune guide di eccezione, tra queste Amedeo GALATI che ha personalmente condotto la maggior parte degli scavi archeologici in ambiente messapico e medievale e Luigi COLUCCIA responsabile dei lavori di scavo nel sito protostorico di località Palombara.

Lo stesso prof. D’ANDRIA, responsabile scientifico di tutte le recenti campagna di scavo, terrà un intervento introduttivo per illustrare la valenza delle testimonianze raccolte nel nuovo museo e i criteri ispiratori che hanno portato all’allestimento finale.

Un museo inserito in un percorso turistico-culturale ormai consolidato, aperto sia alla conoscenza scolastica di base o avanzata, al frettoloso turismo estivo moderno, ma con testimonianze esclusive e di rilevanza universale che possono stimolare la visita anche da studiosi che vogliono cogliere le affinità delle espressioni artistiche e culturali dell’intero bacino del Mediterraneo. Le illustrazioni e le didascalie curate da Antonio MANGIA rendono la pannellistica del museo un ulteriore punto di forza.

Il museo, dedicato ad Antonio LAZZARI, famoso geologo nativo di Castro, resterà aperto per tutto l’anno con orari giornalieri prolungati per il periodo estivo.

Col biglietto unico sarà possibile riunire in un unico ticket la visita al museo e al castello che lo ospita e alla grotta della Zinzulusa.